Le coliche del neonato esistono davvero?
Almeno l’85% dei genitori risponderà di sì, riferendosi a quel periodo tra le tre e le dodici settimane del neonato, in cui hanno assistito al pianto inconsolabile e straziante dei loro bambini che si presenta nelle ore serali con la precisione di un orologio svizzero.
Questo tipo di irritabilità serale è stato per molti decenni attribuito ad un eccesso di gas intestinale che i neonati farebbero fatica ad espellere. In effetti, osservando il piccolo corpo del bambino che si contrae, piega le gambe e, talvolta, emette aria, verrebbe da credere che sia così.
Questo pianto rappresenta per il bambino un enorme sforzo fisico, che investe tutto il suo piccolo corpo: il bambino piccolo piange con tutto il corpo, quindi ci sta che possa fuoriuscire una quantità di aria.
T.Berry Brazelton, uno dei più noti pediatri al mondo, ha dimostrato che questo periodo di irritabilità è indice di un sistema nervoso ancora immaturo che sta compiendo uno sforzo di adattamento all’ambiente.
Il neonato, a causa dell’eccesso di stimoli ricevuti durante la giornata, piange nel tentativo di scaricarsi e riorganizzarsi: il suo sistema nervoso è come un bicchiere colmo d’acqua e dobbiamo fare lo sforzo di non aggiungerne altra!
Ma come?
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Verificare che il bambino non abbia il pannolino sporco, fame, oppure freddo/caldo.
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Cercare di mantenere la calma per poterci sintonizzare con il neonato e non eccedere con ulteriori stimoli.
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Stare a contatto con il bambino cercando di sollecitarlo il meno possibile.
È possibile prevenire le crisi riducendo il numero di stimoli durante il giorno e procedendo col rallentare il ritmo verso sera, abbassando le luci e riducendo i rumori.
Provare ad allattare il bambino, se lo gradisce, in prossimità dell’orario di irritabilità ed essere disponibili durante il giorno al contatto fisico, tenendolo in braccio o nella fascia.
Quella del pianto serale è una delle fasi più faticose per i neogenitori e spero che queste indicazioni possano essere di aiuto.