Effetto lumaca

Avete mai sentito parlare dell’effetto lumaca?

Si tratta di una dinamica molto interessante che avviene tra i bambini e le bambine che condividono un contesto di gruppo.

Una scia, proprio come la bava della lumaca, rimane sugli oggetti e li segna come potenzialmente interessanti proprio perché utilizzati da altri.

In contesti come il nido, il tempo per le famiglie o le scuole dell’infanzia, ma anche il parchetto o le ludoteche, è facile poter osservare quotidianamente questo processo di interazione tra pari.

Il bambino che rivolge l’attenzione ad un’attività o ad un oggetto che un altro sta sperimentando, lo fa guidato da una spinta a voler fare la stessa esperienza: osservare il fare altrui accende l’interesse.

Un bambino che sottrae il gioco ad un altro non lo fa perché è prepotente ma perché egli stesso è interessato; oltre al fatto che, per esempio, intorno ai due anni c’è un forte bisogno di definire la propria identità attraverso il possesso che si esprime attraverso continui “è mio!”.

Occorre verbalizzare al bambino: “ti interessa molto questo gioco, ma adesso lo sta usando Luigi; quando avrà finito potrai prenderlo tu”.

È importante educare all’attesa e al rispetto degli spazi individuali altrui cercando di comprendere le legittime manifestazioni di rabbia che possono derivarne.

Si tratta di sane frustrazioni che sono funzionali alla crescita e un adeguato e attento intervento dell’adulto non significa automatica garanzia di successo.

Bisogna avere perseveranza, pazienza e fiducia: sono competenze sociali che via via si affineranno soltanto attraverso l’esperienza ripetuta.

Inoltre, sotto ai tre anni di età, i bambini e le bambine sperimentano il gioco in maniera individuale o parallela, quindi vicino agli altri ma non ancora insieme agli altri e in questa fase ha poco senso sollecitare la condivisione.

La condivisione è un processo che richiede una maturazione ulteriore e che non va forzato.

Francesca Panizzo