Limite

I limiti sono gesti d’amore.

Chi si approccia al modello montessoriano, spesso, lo fa con la convinzione che il bambino libero, che fa da solo, educato all’autonomia, possa fare tutto ciò che vuole.

In questa visione c’è però un equivoco di fondo: tra libertà e anarchia passa una bella differenza.

La libertà del bambino, così come quella degli adulti, si incontra e si scontra con la libertà altrui; per questo anche la pedagogia montessoriana riconosce il valore del limite e la necessità di farlo comprendere al bambino.

Nel limite il bambino si misura col mondo fuori da se stesso e interiorizza significati su come organizzarsi internamente.

Già dai diciotto mesi i bambini sono in grado di comprendere i limiti, se questi sono posti in maniera chiara, coerente e prevedibile. Un ambiente che sia affidabile è un requisito fondamentale per poter orientare le sue azioni e le sue riflessioni.

Come facciamo a dare i limiti ai bambini?

Prima di tutto devono essere pochi, espressi con meno parole possibili e in maniera chiara. Poi devono essere rispettati in primis dagli adulti stessi: l’esempio vale più delle parole. Infine, è importante cercare un costante equilibrio tra libertà e limite, evitando imposizioni rigide.

Porre il limite in maniera positiva lo rende più comprensibile.

Ad esempio, invece di dire: “non si corre” provare a dire “cammina adagio”; invece di dire “non si morde” provare a dire “usa le parole, se sei arrabbiato”; e ancora “a tavola si sta seduti” invece di dire “non ti alzare” oppure “possiamo solo guardare” invece di dire “non si tocca”.

Ricordiamoci poi che i bambini non devono obbedirci ma devono imparare ad autoregolarsi e questo è un processo che richiede tempo, pazienza e soprattutto coerenza.

Come sempre vi lascio degli spunti di riflessione nelle immagini.

Francesca Panizzo